La Galleria Paola Verrengia in occasione della Quindicesima Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI, è lieta di presentare mercoledì 9 ottobre alle ore 19.30 la performance dell’artista Baldo Diodato accompagnata da un intervento musicale del Maestro Antonio Caggiano.
Il progetto pensato appositamente per gli spazi della Galleria sarà diviso in due momenti: alle 19.00 si aprirà la mostra che “raccoglie una selezione ragionata di opere – soprattutto di piccolo formato – che dagli anni Settanta hanno contrassegnato un percorso, tra USA e Italia, tra New York e Roma, che sono poi i veri teatri di riferimento dell’artista napoletano.” (L. Madaro); alle 19.30 inizierà la performance dal titolo “Tappeto sonoro”, durante la quale delle lastre di alluminio saranno posizionate sull’area pedonale prospiciente la Galleria in via Fieravecchia, sulle quali l’artista, coinvolgendo anche i passanti, realizzerà un particolare bassorilievo catturando impronte e segni a colpi di martello.Nel suo lavoro Diodato, attraverso l’utilizzo di vari materiali, soprattutto metalli, carta e tela, intende cristallizzare – seguendo complessi frottage e scegliendo pavimentazioni antiche – le tracce inenarrabili della storia dell’uomo.A caratterizzare l’opera di Baldo Diodato, la tecnica del frottage, pratica già conosciuta nell’antichità ma riscoperta nel Novecento grazie all’artista surrealista Max Ernst; consistente nella sovrapposizione di un supporto su una superficie non liscia che permette in questo modo di far affiorare la propria morfologia attraverso il reciproco sfregamento.
Durante gli anni Duemila l’artista forte delle nuove esperienze tecniche inizierà a sviluppare lavori di grande formato che sconfineranno nell’uso dello spazio pubblico. È in questo periodo che inizierà la collaborazione con il percussionista Antonio Caggiano, che compone e sperimenta ritmi sui lavori metallici dell’artista, modulando e riproducendo i suoni delle lamine durante i colpi del martello di Diodato.L’intensa cooperazione tra i due porta alle performance di “Tappeto in musica”, realizzata sulla terrazza del Museo Hermann Nitsch della Fondazione Morra a Napoli nel 2010 curata da Achille Bonito Oliva, e successivamente di “Tappeto Sonoro” che nel 2012 in occasione del centenario della nascita di John Cage vede la trasformazione di Piazza San Francesco a Lucca in un suggestivo palcoscenico da cui scaturisce una originale fusione visiva e musicale che vanno a costituire un unico corpus scultoreo. “La scultura è un genere che vuole essere perdonato, in quanto occupazione di spazio pubblico, e per una sua lampante invadenza, frutto di un gesto creativo dell’artista che attraverso materiali diversi fra loro realizza un volume, un ingombro, un inciampo non solo nello sguardo dello spettatore ma anche per il suo corpo” (A. Bonito Oliva)
Baldo Diodato (Napoli, 1938). Vive e lavora a Roma. Si forma all’Accademia di Torino e all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studia scultura con Emilio Greco e Augusto Perez. Espone il proprio lavoro alla Modern Art Agency di Lucio Amelio nel 1966, partecipando attivamente al dibattito culturale che prevede la scultura artistica partenopea, lasciandosi coinvolgere dai fermenti neodadaisti, espressione della rivista “Linea Sud”, fondata nel 1963 e diretta da Luigi Castellano. Con altri artisti forma “L’operativo 64”, insieme anche ad Achille Bonito Oliva come teorico del gruppo. Dal 1966 si trasferisce negli Stati Uniti, a New York, città che in quegli anni è piena di stimoli e la vita artistica è straordinariamente attiva: qui l’artista trova nuovi riferimenti estetici da utilizzare come punto di partenza per sperimentazioni personali. Nel 1992 torna in Italia e si trasferisce a Roma, proseguendo la sua ricerca coniugando le radici europee con la venticinquennale partecipazione alle avanguardie newyorkesi. La sua opera è caratterizzata dalla tecnica del Frottage, con cui imprime in uno specifico supporto la morfologia di un determinato “oggetto”, prediligendo le pavimentazioni antiche (ciottolati, lastricati, sampietrini) che rimandano all’idea di storia dell’uomo.