18 Giugno – 30 Luglio, 2005
Inaugurazione: Sabato 18 giugno 2005, ore 19.30.
Giuseppe Salvatori è nato a Roma, dove vive e lavora, nel 1955. Esponente della corrente di nuova figurazione negli anni Ottanta, con la partecipazione alla mostra “I nuovi nuovi” a cura di Renato Barilli presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, espone alla Biennale di Ankara nel 1986 e alla Biennale di Venezia nel 1990. E’ presente in numerose mostre di carattere storico in Austria, Gemania, Stati Uniti e Russia. Realizza in questi anni adattamenti scenici per il teatro ed un ciclo di decorazioni per il cinema di Nanni Moretti “Nuovo Sacher”. Nel 1998 partecipa alla mostra convegno “Opera e identità” curata da Bruno Corà al Museo Pecci di Prato.
La ricerca artistica di Salvatori consiste in una sintesi formale che fonde figura e astrazione, semplicità di linee e pregnanza simbolica. Le sue opere sono invenzioni “figurative” dagli equilibri sottili e calligrafici. Compongono una sorta di privata cartografia in cui si intrecciano luoghi e cose viste o immaginate, associazioni, ricordi, trasformati in criptici ideogrammi, che rivelano una lunga ricerca segnica. I motivi, tratti dal reale, perdono la loro matericità per diventare colore e forma, sono «ridotti al loro contorno, disposti sulla superficie attraverso un modulo simmetrico, assiale o radiale e resi a campiture uniformi di colore assumendo valori bidimensionali». (Lorella Scacco). La loro nuova materia è la densità della tempera e il colore è l’intervento dell’artista, la sua interpretazione. L’effetto della tempera tende spesso a contenersi nel monocromo spezzato da un inedito rapporto di zone opache e lucide, che sottolinea l’ineludibilità del rapporto tra sfondo e figura. L’artista ha raccolto suggestioni diverse. Al vaglio il coraggio culturale di sperimentare le diverse possibilità del segno e del colore, oltre che tendenze dell’astrattismo e del simbolismo. Significativo è l’eco della pittura surrealista sia nella libera associazione di motivi ed immagini, sia nella suggestione del colore. Il valore dell’opera di Salvatori risiede soprattutto nel raffinato elemento grafico, che emerge da luminescenti sfondi materici.
A Salerno, l’artista romano presenta sedici lavori che ripercorrono il suo iter creativo dal 1997 al 2005.