16 maggio – 30 giugno 2008
Inaugurazione: Venerdì 16 maggio 2008, ore 19.00
First View è il titolo della personale che la Galleria Paola Verrengia dedica all’artista di origine brasiliana Harding Meyer. In mostra i noti ritratti di formato orizzontale, realizzati su tele di grandi dimensioni.
La prassi artistica di Meyer – comune a molti artisti oggi interessati alla pittura – è caratterizzata dal tentativo di riuscire a catturare volti e espressioni di un’umanità anonima, attingendo all’enorme serbatoio di immagini che provengono dalla televisione, dai giornali, dal cinema o da internet. Una folla indistinta, senza nome e cognome, popola i suoi quadri di grande formato: si tratta sempre e soltanto di volti maschili e femminili, per lo più giovani e attraenti, ma anche di anziani e bambini, diversi per età, sesso e colore della pelle. Meyer li osserva, li seleziona, li interiorizza e li traduce nelle sue tele, amplificandone soprattutto la forza conturbante dello sguardo. La volontà dell’artista è di restituirli privi di qualsiasi immagine stereotipata, per indurre lo spettatore ad avvicinarsi ad essi senza pregiudizi, soffermandosi solo sulla loro espressività.
Per creare questo senso di neutralità dell’immagine, spesso uno sfondo monocromo e uniforme accompagna i suoi ritratti, escludendo l’ambiente circostante e costringendo l’osservatore a concentrarsi solo sulla fisionomia del volto.
Al formato verticale, tipico della ritrattistica tradizionale, Meyer preferisce e utilizza quello orizzontale, capace di comprimere il volto nella tela come fosse un fermo-immagine, per “dare un senso di non finito, e creare un’attesa, come se la scena dipinta nel quadro dovesse continuare in quello accanto”(Licia Spagnesi, 2006).
La sua grande capacità di creare atmosfere sfocate, attraverso un uso rarefatto del colore, (steso a larghe pennellate a cui si sovrappongono ripetuti interventi di spatola), e di re-interpretare i modelli nel passaggio dall’immediatezza fotografica al risultato finale sulla tela, fanno si che i suoi ritratti si traducano in qualcosa di non compiuto: “ Ogni volto per me è un enigma (…), ma questo enigma non voglio scioglierlo, né rivelarlo. Preferisco lasciarlo intatto e consegnarlo allo spettatore. ” (H. Meyer).
Harding Meyer, nato a Porto Alegre, Brasile, nel 1964, vive e lavora in Germania. Si diploma nel 1993. Nel 1999 vince il premio Helmut Stober.
Recentemente ha esposto presso: Galerie Voss, Düsseldorf, LausbergContemporary, Toronto (CAN) (2007) – Ober Gallery, Kent (USA) (2006) – Museum Ljetnjikovca, Montenegro; COFA/ Claire Oliver Fine Art, New York (2004) – Galleria Mario Sequeira, Braga (Portogallo) (2003) – Galerie Jahn, Landshut – James Colman Gallery, London (2002) – Galerie Damasquine & Aeroplastics, Brüssel (2001).
Dal 2001 ha partecipato alle seguenti fiere d’arte internazionali: Arte Fiera Bologna (I), Art Rotterdam (NL), Art Brussels (B), MiArte, Milano (I), Art Cologne (D), Art Frankfurt (D), Art Basel, Miami (USA), TIAF Toronto (CDN)
Si ringrazia Galerie Voss, Düsseldorf